CHIUSURA CASA SALZANI

Nel consiglio comunale del 29 luglio scorso chiedemmo a lei sig. sindaco informazioni relativamente alle voci sulla chiusura della comunità alloggio Casa Salzani, riparto della nostra casa di riposo di selva, adibito ad ospiti con problemi psichiatrici. Ricevemmo delle parole rassicuranti in quanto, a suo dire, erano le solite voci che da un po’ di tempo giravano e che poi sarebbero state smentite come ogni anno.

Ebbene così stavolta non è stato, Casa Salzani stavolta chiude definitivamente. È stato triste assistere sui giornali al balletto di scarico di responsabilità tra le varie autorità (presidente della casa di riposo, direttore dell’Ulss di Treviso, eccetera). Eppure ancora più triste è stato non sentire la voce del nostro sindaco di Volpago, che sulla vicenda non ha detto nulla, quasi che l’argomento non interessasse. Casa Salzani però è il fiore all’occhiello della casa di riposo di Selva; Pochissimi istituti infatti possono vantare un reparto del genere e sono stati investiti diversi fondi per creare questo reparto che da sollievo a 20 ospiti, soggetti fragili della nostra società e soprattutto sollievo alle loro famiglie.

Noi della Civica siamo stati e siamo ancora contrario a questa chiusura e chiudiamo qui ora di avere una risposta al perché ciò che è accaduto e soprattutto chiediamo di sapere cosa ha fatto questa maggioranza in questi mesi e soprattutto lei sig. sindaco per impedire che ciò avvenisse.

ACCENSIONE DI FUOCHI

Considerato il continuo ripetersi di episodi di accensione di fuochi da parte di ignoti, che si apprestano a bruciare in orario tardo serale e soprattutto durante la bella stagione, materiali dei quali non si conosce l’origine e la natura; considerato che dalla combustione dei predetti fuochi, viene rilasciata una straordinaria quantità di anidride carbonica e altre sostanze non ben identificate, e che in molte occasioni l’aria è veramente irrespirabile a causa del fumo caratterizzato da un odore forte e Pungente, il quale potrebbe essere anche pericolo per la salute dei cittadini, nonché sicuramente di disagio; preso atto di quanto comunicato in data 28 luglio 2020 dalle istituzioni attraverso il servizio di messaggistica WhatsApp nella chat “controllo del vicinato”, dove a seguito di segnalazioni da parte di alcuni cittadini sulle cattive condizioni dell’aria dovute appunto all’accensione di questi fuochi, si è risposto sinteticamente citando riferimenti normativi secondo noi incompleti, dando adito ad una mala interpretazione e facendo credere ai cittadini di essere tutti liberi di poter bruciare verde e ramaglie varie senza alcun limite;  considerata invece la normativa nazionale e regionale in materia di smaltimento dei rifiuti e il regolamento di polizia urbana locale, che consentono quanto prescritto dall’art. 182 comma 6 bis del Dlgs. del 2006 che così recita: “Le attività di raggruppamento e abbruciamento in piccoli cumuli e in quantità giornaliere non superiori a tre metri steri per ettaro (vuol dire tre metri cubi praticamente per ettaro, quindi dicono per ettaro) dei materiali vegetali di cui all’articolo 185 devono essere effettuate nel luogo di produzione e costituiscono normali pratiche agricole consentite per il reimpiego dei materiali come sostanze concimanti e/o ammendamenti e non attività di gestione dei rifiuti”. Cerco di spiegarlo un attimo, quindi per poter bruciare non è che tutti possono bruciare sul giardino, accendo e dò fuoco ai rami e alle sterpaglie, ma innanzitutto devono essere proprietari di un ettaro, almeno 3 metri cubi, poi
devono effettuarle sul luogo di produzione, cioè, se io taglio la siepe devo là sul campo bruciarla, non posso portare del materiale vegetale da altre abitazioni, da altri campi e fare praticamente il falò quotidiano su quel posto là, perché (come mi è capitato) ho visto che praticamente ci sono dei posti in cui c’è proprio il cumulo di cenere ed il campo è vuoto, quindi vuol dire che la roba arriva da altre parti. Poi, sempre l’articolo a cui fa riferimento il nostro regolamento, dice che questa pratica è una pratica agricola, quindi devono farla gli agricoltori, non l’operaio, non impiegato, non l’impresario edile che non sa dove buttare la roba e quindi dà fuoco sul campo dietro casa e soprattutto è una pratica agricola che prevede che il materiale rimanente, cioè la cenere deve essere reimpiegato e rimesso in circolo nel campo per concimare e non deve essere un’attività di gestione dei rifiuti, cioè uno non deve bruciare perché elimino rifiuto, brucio perché poi la cenere la prendo e la utilizzo, quindi c’è una circolarità della cosa, non una eliminazione del rifiuto tout court curo. Poi, sempre l’articolo a cui fa riferimento il nostro regolamento comunale dice, continua: <<Nei periodi di massimo rischio per gli incendi boschivi, dichiarati dalle regioni, la combustione di residui vegetali agricoli e forestali è sempre vietata>>. Ora, abbiamo un territorio che è anche vicino al Bosco Montello, quindi potrei anche prendere in considerazione il fatto di dire visto che siamo vicino al bosco, magari, in un periodo così di calura forse bruciare sarebbe anche il caso di vietarlo e continua, dice: <<I comuni e le altre amministrazioni competenti in materia ambientale hanno la facoltà di sospendere, di differire o addirittura di vietare la combustione del materiale di cui al presente comma nei casi in cui sussistano condizioni  metereologiche, climatiche o ambientali sfavorevoli e in tutti i casi in cui tale attività possono derivare rischi per la pubblica e privata 
incolumità e per la salute, con particolare riferimento, tra l’altro, al rispetto dei livelli annuali delle
polveri sottili>>. E non sappiamo benissimo che abbiamo tantissimi giorni di sforamento nel Veneto e nella provincia di Treviso. Quindi considerato che lo smaltimento dei rifiuti al di fuori di tutte queste cose è fonte di illecito e perseguibile dal punto vista della legge; considerato che durante la fase di lock-down, tra l’altro, a causa l’emergenza Covid, che ha praticamente chiuso i centri di raccolta, i Cerd, gli episodi sono aumentati in maniera considerevole. Preso atto, tra l’altro, che le nostre richieste di modifica del regolamento di polizia urbana, che è chiaro a tutti che praticamente fa acqua da tutte le parti, non sono state assolutamente prese in considerazione, nonostante noi le abbiamo depositate a giugno, da due mesi, ci ha detto: “Vediamo più avanti”, non so, in autunno le
vedremo. Valutato che gli argomenti in questione sono di assoluta importanza a nostro avviso, in quanto trattano la salute della popolazione, degli animali e dell’ambiente, oltre il quieto vivere della gente, che quando torna a casa la sera aveva voglia anche di aprire i balconi e stare in pace e non avere la casa piena di fumo. Considerato che sono in capo al sindaco la sicurezza e la salute dei cittadini, compreso il compito di promuovere e implementare strategie per migliorare la salute stessa; chiediamo al Sindaco, nonché delegato (come abbiamo detto) alle politiche ambientali ed
agricole di questo Comune, come intenda procedere nell’immediato per porre rimedio a questo vergognoso problema di questi fuochi i quali fumi avvelenano l’aria minando la salute e creando disagio a moltissimi cittadini.

UN MUSEO CIVICO PER VOLPAGO

Interpellanza al Consiglio Comunale del 29 luglio 2020
Per dare un contributo alla storia del territorio comunale, la Civica per Volpago chiede si possa avviare la fondazione di un museo civico cittadino. Attraverso materiali, collezioni e raccolte di provenienza diversa il museo, in una sede unica, dovrebbe offire un percorso didattico che ripercorra la storia del paese e approfondisca il suo stretto rapporto col contesto territoriale e paesaggistico. Il museo civico potrebbe anche evidenziare le trasformazioni dell’ambiente e il ‘genius loci’ nelle sue molteplici forme e potenzialità, con testimonianze materiali e memoria immateriale.
L’ente dovrebbe essere una realtà in continuo divenire, ancorata al passato, grazie alla raccolta tradizioni storiche e culturali, inserita nel presente e proiettata nel futuro, a disposizione della cittadinanza e in chiave di una prossima ripartenza turistica. Essendo il museo un’istituzione permanente e applicando i principi della museologia e museografia, è auspicabile un preventivo percorso progettuale, stilato da una apposita e apolitica Commissione di esperti nominata su base curricolare. (Foto Museo Bailo Treviso)

LOTTIZZAZIONE PLG, SCUOLA E COMUNICAZIONE. LE NOSTRE TRE INTERPELLANZE al Consiglio del 30 aprile 2020.

I testi integrali sono pubblicati in allegato. Ecco una breve sintesi


1. Come era prevedibile l’immobiliare PLG srl ha fatto ricorso al Tar contro la decisione del Comune di non concedere il cambio di destinazione d’uso per la lottizzazione da 40.000 mq ad ovest della chiesa di Volpago. Veniamo a sapere che chiederà al Comune un indennizzo da 1.900.000 euro. Come ci tuteleremo?

2. La scuola e le famiglie sono state trasformate dalla presenza del Covid-19. Che azioni sono state o saranno intraprese per tutelare le persone più deboli? Parliamo di alunni e studenti senza supporti elettronici per seguire le lezioni e di disagi familiari che talvolta sfociano in violenza.

3. Il Comune utilizza molti canali per la comunicazione: sito internet (da rinnovare al più presto), giornalino semestrale (con carenze nella consegna), bacheca luminosa (solo a Volpago), newsletter (interrotta quando sarebbe servita di più), Whatsapp (nuovo e per ora monotematico) e ben tre pagine Facebook (la principale “Volpago Informa” non è però del Comune). Qual è la strategia e il coordinamento di tutti questi strumenti?


ALLEGATI

interpellanza 2020-04-30 – 1 PLG

Interpellanza 2020-04-30 – 2 scuola

Interpellanza 2020-04-30 – 3 comunicazione

 

DISTRETTO SANITARIO DI GIAVERA E MEDICO CONDOTTO

Le due interpellanze presentate durante il Consiglio Comunale del 30 dicembre 2019.
Dopo l’intervento delle minoranze di tre comuni montelliani, Volpago, Giavera e Nervesa, relativamente alla situazione del distretto sanitario di Giavera e del suo depotenziamento, chiediamo all’Amministrazione, che ne ha in proprietà il 10%, di intervenire in maniera tempestiva contro quella che agli occhi di tutti ormai si presenta come una prossima probabile soppressione.
Vorremmo sapere come si sta muovendo l’Assessorato ai Servizi Sociali per non arrivare alla chiusura di un servizio necessario alla cittadinanza di Volpago, ma non solo, che in caso sarebbe costretta a rivolgersi al centro prelievi di Montebelluna o strutture private. Nel tempo parecchi servizi sono ormai stati eliminati, Guardia Medica compresa, senza che le varie amministrazioni si facessero sentire e, pur condividendo il fatto che la struttura sia fatiscente e destinata alla demolizione, ricordiamo che il bacino di utenza che serve è di oltre ventimila cittadini, ai quali si aggiungono spesso anche altri provenienti dal Distretto USSL di Treviso, visto il luogo strategico e fuori dal traffico dei principali centri urbani.
La situazione attuale denota quanto da noi già riportato con l’interpellanza di ottobre, e cioè la mancanza di servizi essenziali nel nostro territorio, che va a colpire le fasce più deboli, in tal caso gli anziani, ma non solo.
Con questa interpellanza, chiediamo all’Amministrazione di Volpago, e nello specifico all’ assessore Bertuola di agire e di riferire cosa intende fare affinché il distretto non venga soppresso ed anzi ritorni alle piena funzionalità di un tempo.


Rimanendo sui disservizi sanitari, recentemente con il pensionamento della dott.ssa Rizzo molti cittadini di Volpago, improvvisamente, si sono trovati nelle condizioni di dover scegliere un nuovo medico condotto di stanza addirittura a Bidasio. Disservizio sanitario che va a pesare su anziani, persone con problemi di deambulazione e famiglie in genere. Riportiamo quindi le lamentele pervenuteci da molti volpaghesi che si sono visti recapitare un avviso pochi giorni prima della chiusura dell’attività del proprio medico condotto. Ci rivolgiamo all’Amministrazione e in particolare all’assessore Bertuola, affinché intervenga tempestivamente dando informazioni certe sull’arrivo o meno di un nuovo medico a Volpago e, se questo non fosse possibile, quantomeno sollecitare il sostituto di Nervesa di avvicinarsi temporaneamente al comune di Volpago.