LA CASA DEI DIMENTICATI

“Casa Salzani non deve chiudere”
«Noi tenuti all’oscuro di tutto» lamenta la familiare di un ospite del reparto di psichiatria della Casa di Riposo di Selva, oramai in via di chiusura. Imbarazzante e vergognoso il rimpallo di accuse fra tecnici e dirigenti di carica politica, sulle responsabilità e le inadempienze che hanno portato a questa situazione. Venti soggetti fragili, che proprio per questo dovrebbero essere maggiormente tutelati dalla nostra società, vengono trattati come dei pacchi postali, spediti senza motivazioni valide, esposti allo shock emotivo che può scaturirne dal drastico trasferimento. Per non parlare della mancanza di rispetto per le loro famiglie, tenute nell’ansia e nell’incertezza per mesi sul futuro dei propri familiari. Silenzio ingiustificato, inoltre, del primo cittadino di Volpago e del CDA della casa di riposo, da lui stesso nominato. Sarebbe il momento di intervenire esponendo le vere motivazioni che hanno spinto a questa decisione ma soprattutto a trovare una soluzione al problema, perché per noi casa Salzani, vanto della casa di riposo di Selva, non deve chiudere.

PAZZA IDEA

Quello che inizialmente era solo un timore, purtroppo, si è rivelata triste realtà: ci informa il presidente della Casa di Riposo Guizzo Marseille di Selva, che la comunità alloggio Casa Salzani, al 31 dicembre, con lo scadere della Convenzione, chiuderà i battenti. I circa venti ospiti del reparto psichiatrico, con forte disappunto dei familiari che già si erano mossi da tempo senza avere spiegazioni dalla Regione, saranno pertanto trasferiti presso un padiglione all’ex ospedale di Valdobbiadene insieme ad altri quaranta degenti. La questione era già nell’aria da tempo, però, la decisione finale è avvenuta il 27 luglio scorso. Eppure la Civica per Volpago il 29 luglio in consiglio comunale chiese al sindaco di chiarire la questione, ma dallo stesso ricevette rassicurazioni in quanto, a suo dire, la minaccia di chiusura sarebbe una costante di ogni anno, e che i contributi alla fine sarebbero arrivati. Così, però, stavolta non è stato. Che il Primo Cittadino fosse all’oscuro della decisione, vista la vicinanza fra la giunta comunale e il CDA della struttura di Selva, ci viene difficile crederlo, così come ci risulta altrettanto difficile immaginare, che sia stato fatto tutto il possibile per evitare che ciò accadesse.

FUMO NELLE NOTTI DI MEZZA ESTATE

Come da copione, nelle sere d’estate appena il sole tramonta oltre il Montello, l’aria fresca che discende dalle sue pendici porta nelle case di mezzo paese il fumo di qualche falò acceso in aperta campagna. Stanchi di queste e altre situazioni poco gradevoli, che si perpetuano continuamente in tutto il comune, lo scorso 22 giugno abbiamo presentato oltre 20 richieste di modifica al vigente regolamento di polizia urbana, con l’intento di migliorare la gestione dei falò, l’utilizzo dei fitofarmaci e altro. Nonostante il tempo a disposizione fosse sufficiente, l’Amministrazione non è riuscita a valutare le nostre istanze e a portarle in discussione per il consiglio comunale del 29 luglio, rinviando il tutto a data da destinarsi. Se ne parlerà sicuramente dopo l’estate, quando ovviamente i problemi si saranno in parte e temporaneamente risolti da soli. Ulteriore dimostrazione che questa amministrazione è lontana dai problemi di tutti i giorni e non ascolta le richieste dei cittadini, probabilmente in questo caso per partito preso.

DISTANZIAMENTO SOCIALE…DAI COMMERCIANTI

Pur considerando encomiabile l’utilizzo degli spazi esterni, se non altro, di villa Spineda, del cui utilizzo siamo stati i primi a parlare poco dopo la sua definitiva chiusura troviamo, però, riduttivo il fatto che tutte le attività estive, dedicate a sport, cultura e sociale, vengano completamente confinate fra le mura dello storico edificio, lasciando ancora una volta deserti i centri dei paesi e a bocca asciutta i commercianti.
Bar, gelaterie e ristoranti, sono state le categorie che più di altre hanno sofferto le restrizioni della pandemia, della quale ne subiscono tutt’ora i contraccolpi.
Portare qualche manifestazione nei centri dei paesi sarebbe stato, soprattutto in questo difficile momento, da parte dell Amministrazione, un concreto gesto di solidarietà nella faticosa ripartenza.

VIA SAN PIO X

Via San Pio X è una strada molto urbanizzata e frequentata, che collega il Montello direttamente con Treviso. Da anni i cittadini, ai quali ora si unisce anche la Civica, chiedono una messa in sicurezza del tracciato con l’inserimento di un marciapiedi, perchè i dissuasori installati qualche anno fa non sono sufficienti. Nel tempo la via è stata spesso teatro di incidenti anche di una certa gravità. Il rischio ora è aumentato insieme al numero di ciclisti e pedoni, fra i quali molti bambini, che non solo nei giorni festivi utilizzano via San Pio X per raggiungere il tracciato ciclopedonale della ex Ferrovia. Gli avventori si vedono spesso costretti ad invadere la carreggiata stradale, rischiando la loro incolumità, visti i bordi dissestati, mai manutentati, e la profondità dai corsi d’acqua.