Succede quando viene letto il testo dell’ultimo punto all’ordine del giorno nel consiglio comunale, che si terrà lunedì 11 marzo. Siamo nella solita stanzetta dello stabile dell’ex biblioteca comunale, quella al primo piano, in fondo al corridoio, sbiancata da qualche mese e quindi di una tetraggine rinnovata. Sono quasi le 23.30, la stanchezza rende pesanti le palpebre della maggior parte dei presenti, forse soprattutto le mie.
È la lettura dell’ultima proposta di delibera a squarciare il calmo grigiore che regna da qualche decina di minuti: i cani randagi del circondario ci costano ogni anno 140.000 euro. Sono in media 165 cani l’anno e ogni giorno ognuno di loro costa 2,30 euro alla comunità. Fate i conti e arrotondate per eccesso e sì, sono proprio 140.000 euro.
La mia memoria è subito corsa ad una piccola battaglia che abbiamo fatto oltre un anno fa, quando l’amministrazione comunale ha deciso di ridurre a circa un migliaio di euro (di qualche migliaio di euro, quindi spiccioli tolti agli spiccioli) il contributo che essa versava annualmente al Bairro da Juventude, villaggio del fanciullo che raccoglie oltre un migliaio di bambini poveri di Criciuma, una città brasiliana con numerosi discendenti di Veneti, e dà loro tre pasti al giorno e una formazione professionale che li renderà autonomi prima dei vent’anni.
L’indignazione provata allora è stata amplificata ieri sera dall’ultima delibera e si è trasformata in incredulità e amarezza. In un’Italia che va a fondo, in cui i suicidi sono all’ordine del giorno, oggi si è più fortunati ad essere cani che uomini.
Nel mondo oltre un miliardo di persone vivono con meno di un dollaro al giorno. 2,7 miliardi di persone sopravvivono in qualche modo con meno di due dollari al giorno. I cani randagi di Volpago hanno vita più facile.
Ieri sera sotto il piumino la mia incredulità è presto sfumata nel sonno, ma nel mondo ogni sera più di 800 milioni di persone vanno a letto affamati e probabilmente la loro fame non sfuma presto nel sonno.
Date un’occhiata a questa pagina sul Millennium Project dell’ONU. E meditate che questo è.