GIORNATA DELLA TERRA

“Restore our Earth”, risaniamo il nostro Pianeta è il tema della 51^ giornata della Terra.

L’Earth Day è la più grande manifestazione ambientale del pianeta, l’unico momento in cui tutti i cittadini del mondo si uniscono per celebrare la Terra e promuoverne la salvaguardia. Fu istituito nel 1970 a seguito di un gravissimo disastro ambientale causato da una fuoriuscita di petrolio a Santa Barbara in California. Coinvolge ogni anno fino a un miliardo di persone in ben 192 paesi del mondo. Viene celebrato un mese e due giorni dopo l’equinozio di primavera, il 22 aprile.

Questi argomenti riguardano anche Volpago, i suoi cittadini e il suo territorio. Da una parte c’è chi è molto sensibile  e attento all’uso delle risorse e alla tutela dell’ambiente, dall’altra si susseguono abbandoni indiscriminati di rifiuti, consumo di suolo, inquinamento di acqua, aria e terra: sono azioni che stiamo pagando coi cambiamenti climatici e con la perdita irreversibile di porzioni sempre più ampie di ambienti naturali.

Molto resta ancora da fare per migliorare ancora i comportamenti individuali e collettivi che tutelino davvero la nostra casa comune. Partire dai cambiamenti delle azioni quotidiane è già un primo passo.

ACCENSIONE DI FUOCHI

Considerato il continuo ripetersi di episodi di accensione di fuochi da parte di ignoti, che si apprestano a bruciare in orario tardo serale e soprattutto durante la bella stagione, materiali dei quali non si conosce l’origine e la natura; considerato che dalla combustione dei predetti fuochi, viene rilasciata una straordinaria quantità di anidride carbonica e altre sostanze non ben identificate, e che in molte occasioni l’aria è veramente irrespirabile a causa del fumo caratterizzato da un odore forte e Pungente, il quale potrebbe essere anche pericolo per la salute dei cittadini, nonché sicuramente di disagio; preso atto di quanto comunicato in data 28 luglio 2020 dalle istituzioni attraverso il servizio di messaggistica WhatsApp nella chat “controllo del vicinato”, dove a seguito di segnalazioni da parte di alcuni cittadini sulle cattive condizioni dell’aria dovute appunto all’accensione di questi fuochi, si è risposto sinteticamente citando riferimenti normativi secondo noi incompleti, dando adito ad una mala interpretazione e facendo credere ai cittadini di essere tutti liberi di poter bruciare verde e ramaglie varie senza alcun limite;  considerata invece la normativa nazionale e regionale in materia di smaltimento dei rifiuti e il regolamento di polizia urbana locale, che consentono quanto prescritto dall’art. 182 comma 6 bis del Dlgs. del 2006 che così recita: “Le attività di raggruppamento e abbruciamento in piccoli cumuli e in quantità giornaliere non superiori a tre metri steri per ettaro (vuol dire tre metri cubi praticamente per ettaro, quindi dicono per ettaro) dei materiali vegetali di cui all’articolo 185 devono essere effettuate nel luogo di produzione e costituiscono normali pratiche agricole consentite per il reimpiego dei materiali come sostanze concimanti e/o ammendamenti e non attività di gestione dei rifiuti”. Cerco di spiegarlo un attimo, quindi per poter bruciare non è che tutti possono bruciare sul giardino, accendo e dò fuoco ai rami e alle sterpaglie, ma innanzitutto devono essere proprietari di un ettaro, almeno 3 metri cubi, poi
devono effettuarle sul luogo di produzione, cioè, se io taglio la siepe devo là sul campo bruciarla, non posso portare del materiale vegetale da altre abitazioni, da altri campi e fare praticamente il falò quotidiano su quel posto là, perché (come mi è capitato) ho visto che praticamente ci sono dei posti in cui c’è proprio il cumulo di cenere ed il campo è vuoto, quindi vuol dire che la roba arriva da altre parti. Poi, sempre l’articolo a cui fa riferimento il nostro regolamento, dice che questa pratica è una pratica agricola, quindi devono farla gli agricoltori, non l’operaio, non impiegato, non l’impresario edile che non sa dove buttare la roba e quindi dà fuoco sul campo dietro casa e soprattutto è una pratica agricola che prevede che il materiale rimanente, cioè la cenere deve essere reimpiegato e rimesso in circolo nel campo per concimare e non deve essere un’attività di gestione dei rifiuti, cioè uno non deve bruciare perché elimino rifiuto, brucio perché poi la cenere la prendo e la utilizzo, quindi c’è una circolarità della cosa, non una eliminazione del rifiuto tout court curo. Poi, sempre l’articolo a cui fa riferimento il nostro regolamento comunale dice, continua: <<Nei periodi di massimo rischio per gli incendi boschivi, dichiarati dalle regioni, la combustione di residui vegetali agricoli e forestali è sempre vietata>>. Ora, abbiamo un territorio che è anche vicino al Bosco Montello, quindi potrei anche prendere in considerazione il fatto di dire visto che siamo vicino al bosco, magari, in un periodo così di calura forse bruciare sarebbe anche il caso di vietarlo e continua, dice: <<I comuni e le altre amministrazioni competenti in materia ambientale hanno la facoltà di sospendere, di differire o addirittura di vietare la combustione del materiale di cui al presente comma nei casi in cui sussistano condizioni  metereologiche, climatiche o ambientali sfavorevoli e in tutti i casi in cui tale attività possono derivare rischi per la pubblica e privata 
incolumità e per la salute, con particolare riferimento, tra l’altro, al rispetto dei livelli annuali delle
polveri sottili>>. E non sappiamo benissimo che abbiamo tantissimi giorni di sforamento nel Veneto e nella provincia di Treviso. Quindi considerato che lo smaltimento dei rifiuti al di fuori di tutte queste cose è fonte di illecito e perseguibile dal punto vista della legge; considerato che durante la fase di lock-down, tra l’altro, a causa l’emergenza Covid, che ha praticamente chiuso i centri di raccolta, i Cerd, gli episodi sono aumentati in maniera considerevole. Preso atto, tra l’altro, che le nostre richieste di modifica del regolamento di polizia urbana, che è chiaro a tutti che praticamente fa acqua da tutte le parti, non sono state assolutamente prese in considerazione, nonostante noi le abbiamo depositate a giugno, da due mesi, ci ha detto: “Vediamo più avanti”, non so, in autunno le
vedremo. Valutato che gli argomenti in questione sono di assoluta importanza a nostro avviso, in quanto trattano la salute della popolazione, degli animali e dell’ambiente, oltre il quieto vivere della gente, che quando torna a casa la sera aveva voglia anche di aprire i balconi e stare in pace e non avere la casa piena di fumo. Considerato che sono in capo al sindaco la sicurezza e la salute dei cittadini, compreso il compito di promuovere e implementare strategie per migliorare la salute stessa; chiediamo al Sindaco, nonché delegato (come abbiamo detto) alle politiche ambientali ed
agricole di questo Comune, come intenda procedere nell’immediato per porre rimedio a questo vergognoso problema di questi fuochi i quali fumi avvelenano l’aria minando la salute e creando disagio a moltissimi cittadini.

FUMO NELLE NOTTI DI MEZZA ESTATE

Come da copione, nelle sere d’estate appena il sole tramonta oltre il Montello, l’aria fresca che discende dalle sue pendici porta nelle case di mezzo paese il fumo di qualche falò acceso in aperta campagna. Stanchi di queste e altre situazioni poco gradevoli, che si perpetuano continuamente in tutto il comune, lo scorso 22 giugno abbiamo presentato oltre 20 richieste di modifica al vigente regolamento di polizia urbana, con l’intento di migliorare la gestione dei falò, l’utilizzo dei fitofarmaci e altro. Nonostante il tempo a disposizione fosse sufficiente, l’Amministrazione non è riuscita a valutare le nostre istanze e a portarle in discussione per il consiglio comunale del 29 luglio, rinviando il tutto a data da destinarsi. Se ne parlerà sicuramente dopo l’estate, quando ovviamente i problemi si saranno in parte e temporaneamente risolti da soli. Ulteriore dimostrazione che questa amministrazione è lontana dai problemi di tutti i giorni e non ascolta le richieste dei cittadini, probabilmente in questo caso per partito preso.

ARIA DI CASA MIA

Accettabile. Così l’Arpav definisce la qualità dell’aria registrata a Volpago nel corso di due campagne di monitoraggio svolte con una stazione mobile dal 9 gennaio al 18 febbraio e dal 27 luglio all’11 settembre 2019.
I dati e il report completo sono liberamente consultabili dal 30 dicembre scorso a questo link.

Nel 65% dei casi l’aria di Volpago è stata giudicata di qualità accettabile, e addirittura buona, cioè con la valutazione più alta, nel 23% dei casi. E’ molto meglio di quanto succede a Vigonza, Trebaseleghe, Longare e Tessera, località monitorate negli stessi periodo. E’ la conferma che viviamo in uno dei luoghi con l’aria più respirabile del Veneto, grazie innanzitutto alla posizione geografica e alla presenza del bosco Montello.
E’ un risultato sul quale però non dobbiamo adagiarci: nel luglio 2017 il Consiglio Comunale, aderendo al “Patto dei Sindaci per l’Energia ed il clima” si è impegnato a ridurre entro il 2030 del 40% le emissioni di anidride carbonica. Il Comune non ha però ancora presentato l’inventario delle emissioni e il piano d’azione per l’energia sostenibile: sollecitiamo e solleciteremo l’amministrazione in questo senso, perché possa crescere ancora la soglia di aria buona.
Quelli dell’Arpav sono dati importanti e significativi (90 giorni di rilevazione), ma pur sempre parziali, dato che riguardano solo un punto specifico del centro di Volpago e non altre zone del vasto territorio comunale. Per come era posizionata, sul retro del Municipio, la centralina riceveva l’aria del Montello che scende spesso verso il centro, specialmente in alcune ore, e non poteva rilevare le emissioni delle zone abitate o del traffico della Schiavonesca, solo per citare le fonti principali di inquinamento dell’aria; ci auguriamo che in un prossimo futuro monitoraggio si possa misurare anche altrove. E che, nel frattempo amministrazione e cittadini adottino tutte le misure possibili per ridurre le emissioni nocive.

SELVA SENSA FUMO, SARIA PIU’ SANA!

Continua il disagio dei cittadini di Selva che, ormai da mesi e quasi ogni giorno, si risvegliano o si addormentano con l’acre odore di materiale plastico bruciato. Dopo diverse segnalazioni alle forze dell’ordine e visto il perdurare dei fatti, abbiamo ritenuto opportuno dare loro un aiuto, rendendo noto un problema per ora discusso solo nei social. Vorremmo ricordare che i rifiuti dovrebbero essere conferiti in discarica e non bruciati tanto che, in caso contrario, si è perseguibili penalmente.
Facciamo un appello al senso civico anche a chi, seppur in maniera inconsapevole, accende fuochi per smaltire rifiuti ingombranti che dovrebbero invece essere regolarmente smaltiti. Inoltre, invitiamo coloro che si sentono coinvolti nel disagio a contattarci, poiché sempre su suggerimento delle forze dell’ordine, ci stiamo ora organizzando per un esposto collettivo, per il quale saranno necessari tanto i sottoscrittori, quanto utili informazioni.