FESTEGGIAMO

Era domenica e suonavano le campane. I rintocchi a distesa non erano solo per la Messa o il Vespro, ma per annunciare a tutti i volpaghesi la fine della guerra, con la fuga dei tedeschi e dei repubblichini fascisti; avvenne tutto senza spargimento di sangue e Volpago ritrovò la libertà, dopo le sofferenze e le oppressioni che si erano fatte particolarmente pesanti dalla primavera del 1944.

Era domenica il 29 aprile 1945, quando la Liberazione arrivò anche qui da noi, mentre in piazzale Loreto a Milano i cadaveri di Mussolini e dei gerarchi pendevano a testa in giù. Nei mesi precedenti i partigiani, nascosti nelle campagne, avevano compiuto varie azioni di boicottaggio sulle comunicazioni telefoniche e ferroviarie; ne erano seguite ritorsioni, sparatorie e rastrellamenti che incutevano terrore nella popolazione, come nel giorno della sagra, mentre i bambini giocavano sulle giostre vicino alla chiesa. Ci furono più di 20 bombardamenti da parte degli alleati (“meglio questi che i tedeschi” si diceva tra la gente), gli arresti (anche il parroco fu imprigionato per molti giorni), le violenze gratuite da parte delle brigate nere.

Oggi come allora festeggiamo la liberazione dai nemici oppressori, la possibilità di vivere, di pensare, di parlare, di studiare, di votare che a noi sembra normale, ma normale non era; è un dono che ci è stato lasciato in eredità, che non dobbiamo sprecare né dimenticare.

Grazie a chi si è sacrificato perché noi oggi potessimo dire: VIVA LA LIBERTA’!

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